domenica 20 novembre 2011

CONFUSA E... INFELICE...

A volte mi chiedo se la gente che ti circonda
si rende conto di quanto alcune domande
possano far male, possano riaprire ferite dolorose.
Sono quasi certa che l'intento non sia quello,
ma a volte basterebbe un pò più di sensibilità
per capire cosa bisognerebbe evitare..

E invece eccoli lì, tutti stretti intorno a me,
quasi fossi una specie di attrazione da circo...
Ci si vede raramente, solo in occasioni speciali,
ed ogni volta le domande sono le stesse:
- "Ti sei sposata?"  No
- "Non hai figli?"   No
- "Ma cosa aspetti?"   Niente, non è capitato
- "Ma vorresti?"   Certo, e non sapete quanto

..e poi la stoccata finale "Eh ma se non metti la testa a posto!!!"

Cosa vuol dire "mettere la testa a posto"?

Avere un lavoro stabile, avere una casa e sudare duramente
mantenerla, gestire in piena autonomia tutto ciò che di
burocratico e amministrativo si presenta, saper badare alla
casa, saper cucinare, saper combinare mille impegni...
Questo non è "avere la testa a posto"?

Dovrei smettere di cantare? E' questo che non va?
Già, perchè quale uomo vorrebbe accanto a sè una cantante?
Sempre vestita "carinamente", sempre curata e "piacente",
sempre "allegra e ammiccante" perchè è ciò che il ruolo le impone...
Quale uomo correrebbe il rischio di morir di gelosia
pur di stare con una donna che, per quanto seria,
fa un lavoro così frivolo ed esposto a troppa gente?

Poi ti guardi intorno... tutti gli amici di infanzia sono lì,
sposati, con figli, alcuni un pò ingrassati, altri sciapiti,
pochi di loro sono attenti a ciò che indossano
o se la tinta andrebbe ritoccata e le sopraciglia sistemate..
Ma ognuno di loro innalza, come fosse un trofeo,
la mano adornata di fede, o il biberon del loro bimbo...

E tu ti chiedi... sono davvero io quella sbagliata?
O per poter aver ciò che tanto desidero
devo saper rinunciare a ciò che sono,
a ciò che amo fare e che mi dà gioia,
ad una personalità spiccata e interessante?

Se fossi davanti ad un bivio, non so cosa sceglierei...
So solo che, come spesso accade in queste situazioni,
mi sono sentita fuori posto e, ancor più del solito,
ho sentito la mancanza del "mondo che vorrei"..

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