lunedì 10 novembre 2014

SCUSA...

Si chiama paura, insoddisfazione, delusione?
Non capisco cosa faccia scattare in me quella molla che mi spinge a lanciare frasi provocatorie, quelle famose frecciatine che, consapevolmente, ti porteranno ad inevitabili sterili discussioni.
Forse è il crescente desiderio di "qualcosa di più" che in realtà non arriva mai, e che sembra sempre guardarti dalla stessa lunga distanza.
Eppure, se fossi più fredda e razionale, saprei che proprio queste reazioni rischiano di creare ancora più distanza, e forse imparerei ad agire secondo uno schema ben definito per arrivare ad avere ciò che vorrei.
Ma non fa parte di me, sono un'istintiva incapace di frenare questi moti improvvisi.
Vivo di sentimenti, emozioni, sfide, azioni.. e quindi anche di rabbia, delusione, tristezza, ansia...
La cosa difficile è uscire dal groviglio che si crea quando, per una semplice frase, si innescano discorsi e ripicche incontrollabili.
Esiste forse un modo per placare il tornado: chiedere scusa.
Ma quanto è difficile pronunciare questa parola quando, dentro di te, hai mille motivazioni che ti sembrano più che valide per provare ciò che provi?
Eppure ci provi, perchè ciò per cui lotti forse è più importante di questo stupido orgoglio che spesso eleva muri insormontabili.
Eppure ci provi, perchè ami!

mercoledì 22 ottobre 2014

IL BRANCO

Credo che uno degli istinti più forti nelle persone sia il bisogno di appartenere ad un gruppo.
Forse tutto ha inizio proprio al momento della nascita, quando ci ritroviamo circondati da mamma, papà e magari un fratellino o una sorellina.. già in quei primi istanti comincia la nostra appartenenza ad un gruppo: la famiglia.
Con l'asilo e le scuole le cose si complicano un pochino, siamo costretti a lasciare il nostro gruppo abituale, quello che era solo nostro, per entrare in un uno nuovo più grande e complesso.. ci sono altri bimbi che, come noi, si trovano catapultati in una realtà diversa da quella a cui sono abituati e che, istintivamente, cercano di collocarsi in una scala gerarchica non ancora definita tra i propri piccoli simili.
E' lì che cominciamo a sviluppare la nostra dominanza? Che impariamo ad appartenere più o meno serenamente ad un insieme? Che sviluppiamo il nostro egocentrismo, la sottomissione o la capacità di essere leader?
Forse... probabilmente quello è l'inizio..
Più si cresce e più la prova diventa ardua, i gruppi aumentano, oltre alla scuola (sostituita poi dal lavoro), c'è l'oratorio, il corso di nuoto (o il calcio, o la danza, a seconda...), le lezioni di chitarra...
E ogni volta che comincia una nuova fase, una nuova attività, ci si trova a dover affrontare due momenti molto difficili: l'abbandono di un gruppo, con il dispiacere e il senso di abbandono che ne può conseguire, e l'ingresso in un altro, con la nuova necessità di affermarsi e collocarsi.
Siamo continuamente messi alla prova!

Personalmente parlando, fino a che sono stata piccola o adolescente, non ho fatto parte di molti gruppi.
Nella mia famiglia non era contemplata alcuna attività extra scolastica, un pò perchè non faceva parte della loro mentalità, un pò perchè non avrebbero potuto permettersi di far fare qualcosa a tutte e tre le figlie, quindi o tutte o nessuna... Nessuna!
Crescendo mi sono rifatta del tempo perso e ho cominciato a dedicarmi a mille attività:
La palestra, il tennis, il corso di canto, il coro gospel, la band, il country... il lavoro, il lavoro, il lavoro...
E con ognuna di queste attività ho dovuto inevitabilmente affrontare l'ingresso in un gruppo... e per la maggior parte di esse anche l'uscita...
Non so quale dei due momenti sia per me più difficile, se la difficoltà di presentarmi e la paura di non essere approvata da chi mi osserva, o se la perdita e il senso di colpa per l'abbandono delle persone con cui ho condiviso qualcosa.
Credo che ognuno dei momenti vissuti con le persone che hanno fatto parte dei "miei" gruppi mi abbia insegnato qualcosa... alcune erano cose piacevoli, altre meno... alcune erano lezioni difficili, altre di più...
Una cosa di certo l'ho imparata: una volta uscita da un gruppo, che che se ne dica, è difficile rimanere in contatto con gli elementi che ne facevano parte, a volte per colpa tua, a volte no.
Rimpiango molte delle persone che ho perso per strada, rimpiango soprattutto il fatto che non mi abbiano più cercata, neanche quando ho provato a farlo io... ma di certo, là fuori, c'è qualcuno che penserà la stessa cosa di me o di un loro gruppo perso.
Quindi, cerco di imparare una nuova lezione, ovvero che ogni persona passata, per un minuto, un'ora, un giorno, un mese o un anno, ha scritto qualcosa di importante nel libro della mia vita: una parola, una frase, una pagina, un capitolo... o forse mi ha soltanto dato lo spunto perchè io scrivessi qualcosa... proprio come ora!

martedì 14 ottobre 2014

LA RABBIA

"La rabbia e il rancore ti possono sbarrare la strada, adesso l'ho capito,
bruciano l'aria che respiri, la vita, ti divorano, ti soffocano.
Ma la rabbia è reale, e persino quando non lo è ti può cambiare,
ti modella, ti trasforma in quello che non sei.
L'unico aspetto positivo è la persona che diventerai dopo.
Se tutto va bene un giorno ci si sveglia 
e si scopre di non aver paura di affrontare il viaggio.
La verità è, nella migliore delle ipotesi, una storia raccontata a metà
e la rabbia, come la crescita, arriva a scatti, e a strappi,
e al risveglio offre un nuovo giorno alla comprensione
e una promessa di quiete."

domenica 12 ottobre 2014

SARA' QUEL CHE SARA'

Una tranquilla domenica di metà ottobre.
Visto dalla finestra, il tempo uggioso non invoglia certo ad uscire.
E proprio oggi, classica giornata da plaid, divano e film, io mi sveglio presto e non ho assolutamente voglia di solitudine e tranquillità.
E' uno di quei giorni in cui, nonostante io stia bene con me, sento il bisogno di contatto umano.
Scrivo a qualche amica, chiamo qualcun'altra, chiacchiero del più e del meno, organizzo un caffè o un sushi serale... ma quella sensazione di vuoto rimane.
Lui... lui è lontano, in un'altra città, con un'altra famiglia.. e per quanto possa cercare di essere presente con messaggi e telefonate, non potrà mai riempire questo tipo di giornate.
E' proprio in questi momenti che riemergono gli atroci dubbi che già più volte mi hanno attanagliata, è in questi momenti che mi chiedo se riprovare è stata davvero la scelta giusta.
Ma, come si suol dire, al cuor non si comanda, e forse ha più senso vivere un'emozione indipendentemente da dove ti porterà che escludere a priori chiunque presenti una caratteristica "non idonea".
O forse no... forse è quello che voglio raccontarmi adesso, ma tanto che cambia? Da brava testarda quale sono, fino a che non ci sbatto il muso non cambio idea.
Quindi, pronta per questa nuova prova... Sarà quel che sarà!

domenica 7 settembre 2014

COLONNE BY NIGHT

Una sera qualunque, in giro per Milano...
A cena con il mio miglior amico (e non dite che non esiste l'amicizia tra uomo e donna!)
Chiacchiere, sushi, vino, chiacchiere, sushi, chiacchiere, vino, sushi, chiacchiere.... Amaro!
Risate, risate, risate!!!
Quattro passi in una delle zone che amo di più in questa città, Colonne di San Lorenzo.
Trovo che questo posto sia magico, riesce a regalare sensazioni di pace interiore e relax con il suo scenario antico e romantico, imponenti colonne che si elevano verso il cielo come fossero mani e dita tese a richiesta di qualcosa che solo l'universo ti può concedere.
Allo stesso tempo trasmette energia, divertimento, vita nel guardare le centinaia di persone di ogni età, razza e ceto sociale, tutti seduti in mezzo a quella grande piazza con una birra, qualche amico e... spesso qualche grammo di sostanze stupefacenti..
In questo luogo, nel corso del tempo, ho visto le persone più strane, più divertenti, più allucinate e allucinanti della mia vita... ma ho visto anche coppie nascenti, amori storici, approcci non ricambiati, colorati artisti di strada, composti quartetti d'archi che suonano musica moderna... 
Ho visto la massima espressione di tutto ciò che si può definire "personalità".

Ancora quattro passi e ci si sposta in un piccolo locale che offre Tapas y Vinos... ricordi della Spagna, del Cammino, della gente che ho incontrato..
Obiettivo della serata per il mio migliore amico: trovare qualcuno che mi piaccia! Eh eh eh, ha trovato pane per i suoi denti!
Quello in piedi di fianco a noi... NO!
Camicia azzurra... NO!
Il tipo con il pizzetto... NO!
Guarda, guarda, quello lì... SI', POTREBBE, MA E' GIOVANE!
Quello con i capelli ricci? NO!

Poi di colpo il mio sguardo si ferma per un istante in due occhi verdi... LUI!
Viso dai tratti decisi, naso diritto, labbra carnose ma non troppo, denti bianchissimi, carnagione scura... ma gli occhi, quegli occhi, mi hanno stregata!
Da quanto tempo non mi lasciavo rapire da uno sguardo?
Fuggevole sì, ma magnetico nei pochi momenti in cui incrociava il mio.
Non potevo lasciar passare via un momento così quindi... ho fatto qualcosa che normalmente non avrei mai fatto!
Penna e tovagliolino di carta, un breve messaggio e il mio numero di telefono...
Il resto lo ha fatto il mio amico... in un secondo di distrazione ha infilato il biglietto nella tasca del tipo e... siamo scappati, ridendo come due adolescenti.
Non speravo in nulla, lo ammetto, anche perchè da qualche discorso abbiamo intuito che forse è fidanzato (e te pareva se a me poteva piacerne uno libero e senza problemi?), ma è stato un ritorno alla spensieratezza, un'occasione per saltare uno dei miei tanti muri... 
Eppure, dopo circa 20 minuti il telefono squilla: numero non memorizzato..
Rispondo, ed una calda voce maschile mi saluta, mi dice di aver trovato un biglietto, mi fa i complimenti per la mossa e mi dice che magari ci si sarebbe risentiti..
Come recita uno di quei tanti link che girano in Facebook? 
"Per avere qualcosa che non hai mai avuto... devi essere disposto a fare qualcosa che non hai mai fatto"
Non l'ho più visto, solo un paio di messaggi e poi più nulla.
Bèh, sapete che vi dico? Chissenefregaaaaa... 
Io mi sono divertita ed emozionata e questo è ciò che conta!
La serata è continuata all'insegna di musica, amici, divertimento e... qualche altro cocktail.. il tutto accompagnato da quella sensazione di leggerezza che, ammettiamolo, ogni tanto solleva l'anima!


mercoledì 3 settembre 2014

41

Dovevo superare la soglia degli ANTA per trovare la voglia, lo stimolo, il coraggio di ricominciare a scrivere?
Oggi questa soglia è superata, entro nei 41... ed è molto più dura dei 40.
Come può un'unità avere più valore di una decina?
Non scrivo da più di un anno, e di cose ne sono successe davvero tante... positive e negative..
Una delle cose positive è che mi sono innamorata dopo tanto tempo che non accadeva...
Una delle cose negative è che, tanto per cambiare, mi sono innamorata di un'altra persona sbagliata, una persona che non può darmi il futuro che desidero.
E oggi mi ritrovo qui, con mille amici che mi fanno gli auguri, ma comunque con le lacrime agli occhi perchè l'unica persona da cui veramente li aspettavo non si è fatta viva.
Quando cambierà questa cosa? Il tempo scorre inesorabile e io non riesco a superare questo maledetto scoglio che mi tiene ancorata su spiagge che non offrono risorse di vita.
Non avrei voluto ricominciare a scrivere con qualcosa di negativo, non avrei voluto cominciare così il giorno del mio compleanno, ma non posso fare finta che queste sensazioni non mi passino dentro.
Imprimo nero su bianco ciò che sento, sperando in una sorta di trapasso dalla mia anima a questo foglio virtuale, sperando di svegliarmi domattina con un sorriso vero e non questa maschera che indosso per non far pesare agli altri i miei dolori.
E quindi mi faccio gli auguri: 
Buon compleanno a me
Che sia un anno di amore... ma stavolta un amore sano
Che sia un anno di amicizia... ma con gli amici veri
Che sia un anno di soddisfazione... nel lavoro ma non solo
Che sia un anno di musica... perchè lei è il mio salvagente
Che sia un anno di speranza... perchè è l'unica cosa che mi tiene ancora a galla
Che sia un anno di salute... perchè senza quella tutto il resto perde di valore
Che sia un anno di vita... la mia!

lunedì 17 giugno 2013

P e F

Non scrivo... Non scrivo... Non scrivo...
Quanto tempo è che non scrivo? Troppo!!
Ma troppo non perché non scrivo, 
ma perché se non scrivo vuol dire che non provo..
Non provo emozioni, desideri, simpatie, antipatie,
non provo gioie, dolori, delusioni, speranze...

E' bello quando hai un foglio bianco da riempire,
ma con cosa lo riempi se non succede nulla?

Odio questo vuoto, odio sentirmi così...
Avete mai provato il desiderio di spegnervi,
di disattivarvi, di scomparire, di eclissarvi?
Avete mai pensato a cosa succederebbe intorno a voi
se davvero domani smetteste di esserci?
Cosa cambierebbe e per chi?

Pensieri insani, pessimismo e fastidio... solo questo...
E allora meglio continuare a non scrivere,
nell'attesa che un'emozione mi travolga
e mi restituisca quella poesia che, piano piano,
vedo sgretolarsi e sparire, soffiata via dal vento..