martedì 24 novembre 2009

HOME SWEET HOME

Una nuova pace mi pervade oggi,
una pace che non credevo poter ritrovare,
che non so per quanto tempo durerà,
ma che finchè c'è mi spinge a goderne...

La voglia di casa e di ciò che mi sa dare,
l'entusiasmo di curarmi di lei,
il desiderio di pace, di relax,
lontana dal casino, dalla gente,
dal trambusto con cui mi riempio la vita,
la voglia di star bene anche sola con me stessa.

Tornare a casa e non pensare a niente,
non dover decidere cosa fare,
con chi uscire, chi vedere e chi sentire,
tornare a casa e desiderare solo lei,
con il suo profumo, i rumori, i colori,
la musica che si diffonde, che mi assorbe...

Decidere di non decidere,
lasciarsi trasportare dalla voglia del momento,
da ciò che più mi fa stare bene in quell'istante..

Lei è tutto ciò che mi rimane del mio passato,
lei che per tanto, troppo tempo ho rifiutato,
evitato, allontanato, per paura del dolore,
per timore dei ricordi contenuti in ogni cosa,
lei da cui per mesi son scappata,
per non sentire il peso di ciò che non è più...

Mi è rimasta solo lei del mio passato,
ma lei è parte di me, è nata da me,
dalle mie idee, dai miei pensieri e desideri...
Lei è il frutto del mio amore...
e oggi, dopo tanto tempo,
ho riassaporato il piacere che sa darmi,
ho vissuto e respirato la calma e la pace
che solo in lei riesco a ritrovare..

E' la mia casa, il mio nido...
E' me, nelle mie mille sfacettature...

domenica 15 novembre 2009

CHE BOTTO!!!

I battiti rallentano, i muscoli si rilassano,
la mente comincia a non seguire più il corso dei pensieri,
tutto in me comincia a distendersi...
E d'un tratto... il botto!!!
Un rumore assordante mi penetra il cervello,
rumore di lamiere, rumore di uno schianto..
Apro gli occhi, la strada davanti a me impazzisce,
non ho più il controllo della macchina,
vedo davanti a me le strisce delle tre corsie
che continuano a muoversi a destra e sinistra...
E' in quel momento, in quel preciso istante,
che ho sentito arrivare la mia fine...
Ricordo che ho pensato:
"Sta finendo, proprio come pensavo sarebbe successo"
Sono stata assalita da mille emozioni,
paura, tensione, determinazione, rassegnazione,
in quel momento non avevo più il controllo di nulla,
la mia auto, come la mia vita, continuava a sbandare,
tutto era nelle mani di un destino indecifrabile...
Poi la calma, la consapevolezza che, forse,
ero l'unica persona a poter cambiare le cose,
ero l'unica a poter sperare di riprendere il controllo,
ero l'unica a poterci almeno provare...
Ho cominciato ad assecondare lo sterzo,
ad accompagnarlo nella direzione in cui l'auto sbandava,
e pian piano ha ricominciato a rispondere ai comandi..
Mi sono fermata in una piazzola di sosta e,
scesa dalla macchina, ho guardato indietro...
Sono salva, sono viva, un angelo custode veglia su di me..

E' stato come rivedere il mio passato...
Un'autostrada, tutta dritta, senza troppi dossi,
senza troppe curve, senza alcun ingorgo...
E quando tutto scorre bene, senza scossoni,
ecco che la calma diventa noia,
e senza volerlo ti spegni, ti addormenti..
Quindi il botto...
La tua vita non ha più una direzione,
non ci sono più regole, non c'è controllo,
e diventa difficile gestire tutto...
Ma poi ti rendi conto di ciò che sta succedendo,
prendi in mano le redini e le tiri,
fino a che riesci a ridiventare padrona di te stessa,
riesci a capire come guidare i tuoi giorni..
Arriva il momento in cui ti devi fermare,
e devi almeno guardare indietro a ciò che è stato,
perchè ti servirà domani per non caderci ancora,
perchè ti serve oggi per superare la paura,
perchè è servito ieri per vivere la vita...

domenica 8 novembre 2009

GUARDARE, OSSERVARE... NON SOLO VEDERE!

Adoro fermarmi in luoghi affollati,
come può essere la Stazione Centrale di Milano,
guardarmi intorno e osservare...
Se poni un pò di attenzione ti rendi conto
della varietà di persone che colorano il mondo..
Mi fermo, mi siedo e scruto...

Una nonna super moderna, con giaccone griffato,
corre dietro al nipote, un ragazzotto di circa 12 anni
che sembra fare il possibile per cercare di darle un distacco,
generazionale, di spazio e di tempo..

Un'anziana signora con un appariscente cappotto rosso,
un grigio cappello di lana molto spessa,
di quelli che sembrano esser fatti a mano
accanto al caminetto da rugose mani artritiche,
e grossi occhiali che le coprono quasi interamente il viso,
fruga in una minuscola borsa in cui sembra
sia riuscita a stipare tutto un intero appartamento...

Un ragazzo di colore sembra uscito da un film di Spike Lee
sull'etimologia razziale e la guerra tra gang del Bronx:
Pantalone larghissimo su di un corpo fin troppo esile,
grosse scarpe Caterpillar che sembrano dover sostenere
100 Kg di uomo anzichè quei miseri forse 60Kg,
una camicia scura portata fuori dai jeans,
volutamente lasciata aperta a scoprire una canotta nera..
grossa catena al collo, ma non di quel volgare oro giallo,
bensì dell'ormai più diffuso e moderno luccicante acciaio,
e infine un cappello a falda larga, simile ad un panamà,
ma non è un panamà.. Stiloso...

Due ragazzine, forse sui sedici anni,
mi sfilano davanti, orgogliose dei loro corti capelli
bicolor mogano/fucsia dal taglio irregolare
e un abbigliamento tipico delle new punk..

Un ragazzo, forse sulla trentina,
lunghi capelli ricci sotto ad un cappello a cilindro,
indossa un lungo cappotto di pelle nera e stivali anfibi...
Sembra uscito da un remake de "Willi Wonka e la fabbrica di cioccolato"
in cui il protagonista soffre di crisi di identità credendosi Neo di Matrix!

Una coppia di giovani, forse artisti o forse solo vagabondi...
Lui un cappello a cilindro (va di moda ultimamente?)
giacchettina fighettina stretta stretta che si allaccia per miracolo,
borsa multicolor stile sessantottini e lunghi rasta biondi...
Lei sembra uscire da un romanzo sull'epoca
post guerra russa per la conquista del Caucaso,
estirpata dalla sua terra, da un podere di campagna..
Enorme e leggerissimo gonnellone a fantasia,
una camicia candida e un grosso scialle di lana,
in testa un foulard fiorito e sul naso tondi occhialetti da vista.
Entrambi con solo uno zaino come bagaglio con appesa
una grossa coperta di pelo bianco, sembra capra..
io mi chiedo come abbia fatto a restare così candida
dopo un viaggio sui nostri treni...

Un signore sui settanta con spessi occhiali a fondo di bottiglia
guarda per una manciata di minuti il cartello degli arrivi,
strizzando un occhio e strabuzzando l'altro,
a dimostrazione che, forse, i suoi occhiali
non sono per lui abbastanza spessi..

Due coppie sorridenti... ma sorrido più io nel guardarli...
I due ragazzi entrambi altissimi, forse quasi due metri,
le due ragazze entrambe piccoline, più basse di me,
forse neanche un metro e sessanta...
Ma in quale disorganizzatissima agenzia matrimoniale
si sono conosciuti?
O sono forse le cavie di un nuovo esperimento scientifico
volto a riequilibrare la statura media del genere umano?

Un'altra coppia... Riesco a vedere bene lui,
extracomunitario, forse algerino, giovane, circa 25 anni,
carino quanto basta...
Lei è voltata di spalle...
Minigonna, piumino Monclair nero lucido, ultima moda,
capelli a caschetto biondi.. Sembra carina..
Poi si volta e ciò che appare è il viso di una sessantenne,
profonde rughe e zigomi cadenti, denti ingialliti,
un trucco fin troppo accentuato cerca di nascondere i segni dell'età,
ma il risultato è ancora più indecente del tentativo...
Si baciano, si abbracciano, e mi rendo conto di quanto costi,
a volte, poter ottenere un permesso di soggiorno..

Sposto lo sguardo ed ecco un nuovo strano tipo..
Ricordate la scimmietta di Remì?
Sì è proprio lei traformatasi in persona,
ma si è fatto fare dei vestiti su misura,
e al posto del cappello da "gendarmerie"
ha preferito quello di Remì...
se ne va in giro con i suoi lunghi basettoni,
sorridente e spensierato, brandendo un bel bastone,
tutto nodoso e attorcigliato, sembra una scultura contemporanea...

Sto per andarmene, è arrivato il treno che aspettavo,
e mentre mi muovo, proprio davanti ai miei occhi,
un basso signore sui cinquanta inciampa,
cade in terra picchiando la faccia,
gli occhiali sottili si rompono e gli si rigirano tra naso ed occhi,
il trolley che portava cade rovinosamente poco più in là,
lui rimane fermo qualche secondo, faccia a terra,
poi, come una goffa tartaruga che si gira sul suo guscio,
si sistema e si guarda in giro confuso...
Mi avvicino, nessuno aveva ancora mosso un passo...
Indifferenza o paura?
Lo aiuto a rialzarsi e, come in una scena movie
a cui è stato sbloccato il tasto pause,
il mondo intorno a me ricomincia a girare,
qualcun'altro si avvicina, offre una mano,
chiede al signore se si è fatto male..
Risponde di sì, il labbro sanguina, gli occhiali sono rotti..
Mi offro di correre a prendere del ghiaccio
ma sta perdendo il treno e, ancora inebetito,
si avvia verso il binario, senza quasi la capacità di dire grazie...

Mi guardo ancora intorno, tutto è tornato a muoversi,
con i suoi colori e la sua frenesia, il mondo continua a girare,
io raccolgo i miei pensieri, metto in tasca ciò che ho visto,
sorrido di quel tipo che mi guarda già da un pò,
che ha capito forse che ciò che sto facendo non è vedere,
ma guardare e osservare...

venerdì 6 novembre 2009

ATTESA E PAURA...

Non so ancora a cosa mi porterà,
ti ho chiesto io di venire,
ti ho chiesto di dividere con me le ore,
di passare un pomeriggio come tempo fa..

Forse la speranza è che si possa ritrovare qualcosa,
anche solo il piacere della nostra presenza,
forse l'illusione è quella di riuscire a stare
nella stessa stanza per più di qualche minuto
senza arrivare alle solite battaglie...

Sarà davvero possibile?
Riuscirò a frenare tutte le domande,
quelle su di lei, su di voi,
in un momento in cui sei con me
ma so che con il pensiero sei con lei?

Non dovrei chiedermi nulla,
dovrei pensare solo a me e te,
a ciò che si potrà avere un domani,
in un futuro remoto colmo di speranze,
a ciò che si può costruire,
con pazienza, compromessi,
e quell'affetto che è rimasto dentro noi..

Sì, perchè dell'affetto deve esserci,
dopo tanto amore non può esserci il nulla,
qualcosa è rimasto, qualcosa di indelebile,
che nessuno potrà mai toglierci,
ma che adesso ancora non riusciamo a far valere..

Qualcosa, qualcuno, è più forte di noi,
di ciò che siamo, di ciò che eravamo,
ma non potrà vincere per sempre
perchè ciò che è stato rimarrà in eterno..

Attesa... soltanto poche ore e sarai qui...
Attesa... sento crescere dentro me l'inquietudine..
Paura.... temo ogni parola, ogni gesto, ogni pensiero..
Attesa e paura... ma con l'ansia di viverlo questo momento..

lunedì 2 novembre 2009

AL TUO FIANCO... SEMPRE!

Sono lì, ti guardo, ti ascolto,
rimango nell'ombra senza disturbare,
è solo necessario che io sia lì...
Vedo scendere le tue lacrime,
sento i tuoi singhiozzi e le tue parole,
nulla mi è dato fare per fermare tutto questo.
Ho sempre osservato da lontano,
sono sempre stata sincera,
non ho mai condiviso le tue azioni,
così lontane da ciò che sono e che sarei,
ma tu sai cosa sei per me,
io so quanto vali e cosa soffri,
ed ho sorvolato su principi, su morali,
su valori per me imprescindibili,
pur di vederti felice..
Stavi bene, avevi tutto, ma avevi troppo,
e come spesso accade, il troppo è diventato nulla.
E ora ti vedo lì, sull'orlo del precipizio,
ti guardo e temo, ti guardo e tremo,
perchè potresti scivolare,
o potresti lasciarti andare.
Ti guardo e spero...
Spero tu possa trovare la forza,
il coraggio, l'orgoglio, il buonsenso
per poter affrontare e superare
quest'ennesimo ripido scoglio.
Io ci sono, posso solo esserci,
e per quanto possibile ci sarò...